Il dito indice, Liziane Soares Guazina

Oggi pubblichiamo con piacere «Il dito indice», un racconto della scrittrice Brasiliana Liziane Soares Guazina inserito nella raccolta 50 anos em 6, edizione indipendente della Teixeira Gráfica e Editora. La traduzione dal portoghese brasiliano è a cura di Enrico Bruno, che ringraziamo per avercela mandata e per aver acconsentito a pubblicarla su Intrecci su gentile concessione dell’autrice e di José Rezende Jr, Fernanda Barreto, André Giusti, Nicolas Behr e Pedro Biondi.
Muito obrigada!

 

Autrice 300x300Liziane Soares Guazina ha vissuto molti anni a Brasília. Dottoressa di Ricerca in Giornalismo e Comunicazione è professoressa presso l’Università di Brasília (UnB) dove tiene corsi di Comunicazione e Scrittura Creativa. Ha pubblicato svariati libri e articoli scientifici in ambito accademico, ma per amore della letteratura ha pubblicato i libri Entre facas e mais alguns contos, ha partecipato al libro raccolta 50 anos em seis e ha scritto brevi racconti per la rivista Encontro Brasília.
Attualmente residente in Italia adora la letteratura e la poesia, i piatti della cucina italiana e il loro abbinamento con un buon vino. I suoi racconti sono tradotti in italiano dal traduttore Enrico Bruno.

 

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Il dito indice 

1

Il telefono non smette di suonare. David si alza, cerca il paio di ciabatte in mezzo alla confusione di libri e riviste sparse nella stanza. Senza sapere dove ha messo gli occhiali e perché le tende sono chiuse in pieno sabato pomeriggio, a tastoni, cerca l’apparecchio di fianco al letto e risponde.
– Pronto – grida irritato.
– Ho qualcosa che ti interessa, – sussurra la voce dall’altro lato. È una voce di uomo, tremante, forte accento gaúcho [1].
– Chi parla?
L’uomo non risponde e la telefonata viene interrotta. David fa un respiro profondo. Non vuole pensare a questa storia nuovamente. Non può. Non ce la fa. Chiama la moglie.
– Vecchia!
Mona abbassa il volume della televisione, però, non si preoccupa di rispondere. Lei sa che le sarà di fianco in un minuto. David cammina più rapidamente di un atleta di cento metri piani e ha la pazienza di un bambino di cinque anni. Nonostante ne abbia già fatti settanta il mese scorso.
– Vecchia! Non hai sentito il telefono?
– Sonnecchiavo, David sonnecchiavo…
– E allora perché non sei venuta a letto con me?
– Il film era tanto bello…
– Un’altra di quelle telefonate.
– Di nuovo?
– Non rispondo più. La prossima volta, rispondi tu.
Lei è già distante, distratta. È tornata al film di Diane Keaton e Jack Nicholson.

2

David prepara l’impasto per il pane di segale in cucina, la sua attività preferita la domenica. Il telefono suona.
– Vecchia!
Mona è in bagno. Contrariato, lo lascia suonare cinque volte prima di, infine, capitolare.
– Pronto!
– So che stai lavorando al Ministero della Salute. E pranzi quasi tutti i giorni in quel ristorante chic della 113 Sul [2]. Inoltre, abitualmente cammini di mattina presto nella quadra [3] con la tua vecchia. Adesso, ascolta bene. Io ho quello che cerchi. Ma ha un prezzo.
David non respira. La bocca è secca, le mani, sudate. L’uomo continua senza tregua.
– Trentamila in denaro. Banconote di piccolo taglio. E senza avvisare la PF [4].
David tenta articolare una risposta. Le guance si infiammano, gli occhi si riempiono di lacrime, è già stato ingannato una volta, non può caderci di nuovo. Quando tutto questo finirà?
– Carogna! Canaglia! – sono le uniche parole che gli vengono.
– Non vuoi trovare tua sorella? – lo sfida l’uomo, prima di attaccare.
David sente un terribile dolore alla nuca. Corre in cucina alla ricerca delle medicine per l’ipertensione. Mona apre la porta del bagno. Il vapore caldo arrossisce la sua pelle. I capelli bianchi umidi sono incollati alla testa. David si butta tra le sue braccia magre e scoppia a piangere.

3

Tutti i lunedì, prima di andare al lavoro, David passa in panetteria e prende un caffelatte. Mona non si sveglia presto. Inoltre, non è mai stata una brava cuoca. In quarant’anni di matrimonio, il massimo che abbia mai fatto è una zuppa di pesce, che essendo tanto rara, è diventata una ricetta disputata tra figli e nipoti. Ma lei non ha mai raccontato a nessuno come si fa. David scuote la testa. Mona è così, lo è sempre stata, sempre lo sarà. La commessa lo interrompe.
– Signor David, hanno lasciato una busta per lei proprio adesso.
– Chi l’ha lasciata?
– Non so, non ho visto. L’ha presa mio padre.
– Dov’è tuo padre?
– È già andato all’Esplanada [5] a vendere pastel [6].
David apre la busta. Dentro, una fotocopia della deposizione di David pubblicata nel libro dei Desaparecidos Políticos [7]. E un’altra del servizio giornalistico della rivista Veja [8] sulla morte di sua sorella, Ana Flor, da parte degli organi di repressione. Dietro, una annotazione scritta a macchina: Bar Paulicéia, 113 sul, 18h, oggi.

4

Mona tenta di impedire a David di uscire di casa. È già scuro e lei non vuole che incontri quell’uomo. Sa che il marito ha passato tutto il giorno pensandoci e non ne ha parlato con nessuno. È inutile coinvolgere innocenti in questa storia.
Vecchia, io vado – lo sguardo di David è duro. Quando è così, non c’è niente da fare. Mona segue i suoi passi rapidi prima che lui chiuda la porta.

5

Il bar è pieno a quell’ora. Le persone che lavorano nei negozi del quartiere passano sempre di lì per bere qualcosa prima di prendere l’autobus per le cidades satélites [9]. David conosce il Paulicéia da altri tempi. Veniva normalmente con un amico per bere birra alla spina il sabato. È un bar popolare con una buona fama. Cerca un segno, un’occhiata tra i molti clienti che bevono birra e cachaça. L’illuminazione è scarsa, non tutte le facce sono sufficientemente visibili. Le voci si mischiano, molte risate. Decide di sedersi all’ultimo tavolo, nell’angolo sinistro. Se l’uomo sa chi è, saprà trovarlo. Più di venti minuti dopo l’ora fissata, un ragazzo entra nel bar. Non arriva a quindici anni. È magro, con gambe fini, e avanza direttamente verso il luogo dove David è seduto.
– Allora, hai portato il regalo? Il ragazzo è una ragazza.
– Chi ti manda?
– Ce l’hai o non ce l’hai?
David non aveva pensato ad un piano B, non aveva neanche immaginato un dialogo. Si aspettava un tipo vecchio, la pancia prominente, e l’atteggiamento di quel periodo. Avrebbe riconosciuto qualsiasi ex torturatore da lontano. Però, la ragazza sembrava tranquilla.
– Andiamo alla mia macchina – David voleva uscire dal bar, vederla alla luce del giorno. La ragazza lo seguì. Si fermarono sotto un lampione. Il viso della ragazza era fine e gli occhi vivamente neri. Iniziò a spazientirsi.
– E allora, dov’è la grana, vecchio?
– Lo saprai presto. Ma prima dammi l’informazione che voglio.
– Non so dov’è.
– Chi lo sa, allora?
– Mio padre.
– E dov’è?
– Qui a Brasilia.
– Tuo padre o ciò che voglio?
– Tutti e due.
– Di’ a tuo padre che pago solo se mantiene ciò che ha promesso.
– Non accetterà.
– Allora niente soldi. – poteva essere un bluff. Poteva essere vero. David non sapeva cosa pensare al momento.
– Telefonerà – dice la ragazza, prima di correre via per la strada come una gazzella.

6

L’uomo non telefonò. David aspettò per più di un mese che la voce con accento gaûcho dicesse qualcosa. Aspettava ansiosamente la posta giornaliera. E rompeva le scatole alla commessa della panetteria. Nessun contatto. Mona evitava di parlarne. Però, aveva smesso di guardare i suoi film preferiti nel canale a pagamento e andava a dormire sempre insieme a lui. David allora si rifugiava nel corpo rugoso della moglie e piangeva tutte le notti, prima di addormentarsi. Alla fine, l’angustia, lasciò spazio alla certezza che era solo un’altra fregatura, una di quelle torture psicologiche di quelle persone che rivivono il passato.
La storia di quell’uomo era incoerente. Ana Flor fu arrestata e uccisa a São Paulo. Come il corpo avrebbe potuto essere a Brasilia, dopo trent’anni? E cosa quella ragazza poteva sapere di quell’epoca? Come un padre poteva coinvolgere la figlia in un ricatto come questo?

7

L’unica foto di Ana Flor, ancora tenuta tra i ricordi, mostra una giovane sicura. Il sorriso è timido. Gli occhi neri e vivi. David accarezza la foto e la restituisce al cassetto. Meno male che Mona è uscita. Lei non può neanche vedere la fotografia di Ana Flor. Non ne ha il coraggio. Il citofono suona. David sospira. Il giornale arriva sempre in ritardo. Il portinaio è di buon umore. Dice che una ragazza ha lasciato un pacchetto per lui. E domanda se è il suo compleanno. David sbianca. Il citofono scivola dalle sue mani, corre verso la porta. Non ha tempo di aspettare l’ascensore, scende i cinque piani in un attimo. Senza fiato quasi cade prima di arrivare in portineria. Vede il pacchetto sul bancone. E lo prende senza cerimonie.

– Dov’è la ragazza? – grida, senza importarsi della faccia sorpresa del portinaio.
– Non lo so, signore.
– Da che parte è andata?
– Credo di là – indica il ragazzo.
David comincia a correre. Da lontano, vede la ragazza che cammina rapidamente. Dà il meglio di se. E la raggiunge. Però non riesce a parlare. È esausto.
La ragazza alza gli occhi vivamente neri, umidi, occhi come quelli di Ana Flor, e lo affronta
– Lui è morto e sepolto.
– Come? – David non sa cosa dire.
– Morto. Di cancro. Era alla fine. – dice lei, prima di dargli le spalle ed allontanarsi velocemente.
David guarda il piccolo pacco quadrato. Lontano, la ragazza sparisce tra gli alberi. A testa bassa, torna all’appartamento. Lascia il pacchetto riposare sul tavolo. Non osa toccarlo. Quando Mona torna a casa, il marito è seduto, guarda fissamente la scatola avvolta nella carta da pacchi. Lei si accomoda al suo fianco e accosta la testa alla sua spalla. In silenzio. David respira a fondo, strappa la carta, senza fretta. Dentro, una scatola di legno scuro consumata dal tempo. Lui apre il coperchio e non riesce a contenere lo spavento di fronte al trofeo macabro. I due allora si abbracciano e ritornano a piangere quel dolore senza fine.

 

Traduzione dal portoghese brasiliano di Enrico Bruno

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1 N.d.T. Originario del Rio Grande do Sul, Stato brasiliano.
2 N.d.T. Indicazione numerica che identifica i quartieri di Brasilia.
3 N.d.T. Quartiere di Brasilia.
4 N.d.T. Polizia Federale, polizia che si occupa dei crimini interstatali.
5 N.d.T. Parte piana centrale di Brasilia dove sono localizzati il governo e i principali ministeri. 6 N.d.T. Spuntino tipico brasiliano.
7 N.d.T. Elenco di persone scomparse durante la dittatura militare.
8 N.d.T. Settimanale di attualità brasiliano.
9 N.d.T. Città satellite, è il nome generico delle città vicine a Brasilia, nel Distretto Federale.

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