Scusate il disturbo, Patty Yumi Cottrell

Editore: 66thand2nd
Traduttrice: Sara Reggiani
Autore della recensione: Francesco Cristaudo

Il suicidio del fratello, il ritorno a casa, una ricerca ossessiva: questi sono gli elementi attorno a cui ruota Scusate il disturbo, il romanzo d’esordio di Patty Yumi Cottrell, autrice americana di origine sudcoreana. Si tratta dunque di un libro grave e deprimente? No. Non solo.
L’autrice riesce a creare una protagonista, Helen, che grazie alla sua stranezza e la sua incapacità di inserirsi in un contesto ordinario ci fa sorridere con le sue azioni paradossali. Helen vive a New York dove si occupa di ragazzi problematici (un ossimoro che anche i genitori adottivi non riescono a metabolizzare), ma quando scopre che il fratello adottivo si è suicidato torna alla sua casa d’infanzia e intraprende un’indagine alla ricerca di trame segrete dietro la morte del fratello.
Helen porta alle estreme conseguenze il bisogno umano di trovare un senso alla morte di una persona cara. E lo fa col piglio di Angela Lansbury, una donna qualunque che si assurge al ruolo di detective. L’autrice dice di essersi ispirata alla protagonista della famosa serie tv La signora in giallo e in un’intervista si chiede «Why is she a detective?». Non c’è nessuna ragione per cui Angela, o Helen, debbano essere delle detective; la grande differenza tra le due figure sta nel fatto che la signora in giallo è inserita in un mondo di fantasia (non esistono molte cittadine del Maine con un tasso di omicidi così elevato), mentre Helen appartiene al mondo reale del dolore e del lutto. Questo contrasto porta inesorabilmente a un doppio effetto: quello comico e quello tragico. Se infatti da una parte sorridiamo alle insensatezze della protagonista, dall’altra siamo tragicamente inermi di fronte al suo spaesamento.

L’autrice si rivela molto brava a gestire una narrazione sul filo della commedia e della tragedia e in traduzione era importante mantenere uno stile così particolare. Sara Reggiani, la traduttrice dell’opera, riesce bene nell’intento grazie al rispetto delle scelte fatte nell’originale.
Il ritmo dei dialoghi per esempio non è mai scandito dalle virgolette, caratteristica che lascia alle capacità dell’autrice l’identificazione dei personaggi che parlano e contribuisce a creare un ritmo simile a quello del parlato reale: la traduttrice decide quindi, giustamente, di mantenere questa assenza di punteggiatura e tutto ciò che ne deriva.
È interessante anche la compensazione che viene operata sulla punteggiatura; andiamo a osservare come viene tradotto l’inizio del romanzo:

To clarify, I was the only one who happened to be physically present the day my roommate Julie’s brand-new couch arrived at our shared studio apartment in Manhattan.

Per l’esattezza, quando mi fu consegnato il nuovo divano della mia coinquilina Julie, ero l’unica a essere fisicamente presente nel monolocale che condividevamo a Manhattan.

Invece che mantenere la struttura della frase inglese, la traduttrice decide di girare la frase e inserisce una virgola assente nell’originale. Questa virgola aggiunge una pausa che non c’era, ma assume un suo senso all’interno del testo se analizziamo una frase di poco successiva:

There was a mix-up on the invoice or the address of the apartment had been smudged into a black thumbprint, also, at the time, a large green trash receptacle the size of a dump truck was paced in front of the building, which blocked the view of the numbers above the front door.

Dovevano aver fatto confusione sulla fattura oppure l’indirizzo era stato parzialmente cancellato da un’impronta nera, o la colpa era di quel cassonetto verde delle dimensioni di un camion che da qualche tempo stazionava davanti al palazzo, impedendo la visto del numero sopra la porta d’ingresso.

In questo caso sono state eliminate due virgole, di modo da mantenere la fluidità del testo e recuperare il ritmo che prima era stato in qualche modo compromesso. La traduzione è un complesso gioco di equilibri e in Scusate il disturbo è portato avanti con grande maestria.

Francesco Cristaudo

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