RESOCONTO, RACHEL CUSK

Einaudi Editore, trad. di Anna Nadotti

«Non avevo più alcun interesse per la letteratura come forma di snobismo o addirittura di autodefinizione; non avevo alcun desiderio di dimostrare che un libro era migliore di un altro, anzi, ero sempre più restia a parlare dei libri che mi capitava di apprezzare. Ciò che per esperienza personale sapevo essere vero mi sembrava ormai avulso dal processo di persuasione degli altri. Non volevo, non più, persuadere nessuno.»

– Resoconto, Rachel Cusk

Faye è una scrittrice londinese che viene chiamata a tenere un seminario di scrittura in Grecia, nella calura di Atene. Questo è il punto di partenza di Resoconto, il primo romanzo della trilogia firmata da Rachel Cusk. Il libro non ha una trama ben definita, ma si lascia guidare dagli incontri che la protagonista fa durante l’estate: il ricco imprenditore che, dopo averle raccontato la sua vita, la invita in barca; l’amico sognatore e disilluso; una donna tanto bella quanto sfortunata in amore. Il romanzo, dunque, si sviluppa grazie a questa rete di storie che i personaggi, di volta in volta, raccontano e che la protagonista si ritrova ad ascoltare: matrimoni falliti, figli, ansie e dubbi esistenziali. Ed è proprio attraverso le storie di questi sconosciuti che Faye riuscirà a ricostruire il suo passato e a fare i conti con il suo dolore.


Non è facile parlare di Resoconto, forse perché è uno dei libri più particolari che ho letto in quest’ultimo periodo. L’assenza – solo apparente, in realtà – di una trama permette di soffermarsi su altri aspetti del romanzo, come la voce narrante, in prima persona, della protagonista: una donna insoddisfatta, in primis della sua vita, che però si apre agli altri. Resoconto è il romanzo dell’ascolto: l’ascolto di sé stessi e poi, di conseguenza, dell’altro. La precisione, quasi ossessiva, delle descrizioni rafforza questa sensazione di apertura verso il genere umano: dei personaggi conosciamo tutto, dall’aspetto fisico al loro passato, senza tralasciare i loro drammi interiori. Così come dei luoghi che ospitano la storia. Un’indagine a tutto tondo, dunque, quella di Rachel Cusk, che con uno stile profondo e immediato regala al lettore una bella e coinvolgente polifonia letteraria.


E a dar voce a un’autrice così peculiare non poteva che essere Anna Nadotti, che nella sua traduzione restituisce alla scrittura, alla storia, ai personaggi tutta la bellezza dell’originale. Le descrizioni, anche in italiano, risultano vive e completano la narrazione. Bello è il modo in cui Nadotti dà voce ai personaggi, in particolare alla protagonista-narratrice che, così come nell’inglese di Cusk, è caratterizzata da un lingua asciutta, diretta. Sin dalle primissime righe del romanzo sono visibili tutte queste caratteristiche: la vivacità delle descrizioni e l’essenzialità del linguaggio.

 

“Before the flight I was invited for lunch at a London club with a billionaire I’d been promised had liberal credentials. He talked in his open-necked shirt about the new software he was developing, that could help organizations identify the employees most likely to rob and betray them in the future.”

«Prima del volo ero invitata a pranzo in un club londinese da un miliardario di idee progressiste, o così mi avevano assicurato. Con la camicia aperta sul collo, mi ha parlato del nuovo software che stava sviluppando, in grado di aiutare le aziende a individuare i dipendenti più propensi a derubarle e tradirle in futuro.»

Resoconto è un romanzo di cui si è parlato poco in Italia, purtroppo, e questo è un peccato, perché oltre a essere tradotto magistralmente, rivoluziona le convenzioni del romanzo moderno, come afferma la stessa Cusk. «Ero su una strada da cui era difficile uscire: e io volevo sentirmi libera».